LA SPESA DEL VERO ROMANO… Fra tradizione, mercati e negozi di gastronomia
Cosa compra il vero romano per la sua cucina? Quali negozi caratteristici vale la pena provare? E cosa compravano le nonne da non far mancare mai sulla tavola di una vera famiglia “romana de Roma”? Ecco qualche chicca divertente da sperimentare, che siate romani o meno
Della mania per i romani per la cucina non si è mai fatto segreto, e del loro purismo in fatto di piatti romaneschi neanche (non a caso abbiamo dedicato un articolo alla vera ricetta della carbonara).
Bene, l’amore del romano per la cucina si vede già dalla dispensa, anzi prima dal mercato e dal negozietto di gastronomia (che per alcune cose si continua a preferire ai tantissimi supermercati che oramai dominano la nostra città ogni due metri). Anzi, prima ancora: dall’elenco della spesa.
Il vero romano nel suo elenco della spesa non fa mai mancare un pezzetto di formaggio, che si tratti di ricotta, pecorino – indispensabile nella preparazione dei primi – o di una caciottina da “spizzicare” a fine pasto. La ricotta è il più versatile, utilizzato anche per preparare dolci o, piccola chicca molto romana, un cucchiaino da girare nel caffè. Quella di pecora è da prediligere, ovviamente.
Anche le verdure sono molto importanti nella dieta del romano. Salutare, direte voi. Ripassate in padella con l’olio, aggiungiamo noi! Il romano non sa rinunciare al sottile fascino del male di olio e padella e quindi i fiori di zucca finiscono fritti con mozzarella e alici, la cicoria e gli spinaci ripassati con aglio e peperoncino, se piace, l’indivia al forno, certo, ma in un mare d’olio come richiesto dalla tipica ricetta giudaico romanesca dei torselli, le zucchine fritte inglobate dalla frittata. Si salvano, poverette, le sole puntarelle la cui stagione è assai breve, così come per le fave che, per aggravare la situazione, debbono tassativamente essere accompagnate dal pecorino (a quel punto un bel bicchiere di vino rosso… è un attimo).
Anche i carciofi sono piatto tipico e grande amore dei romani, e raggiungono il loro punto di massima bontà fritti – vi stavate preoccupando finisse con una ricetta magra, eh? – alla Giudia, oppure alla romana con un po’ di mentuccia, uno dei profumi tipici della cucina romana.
D’estate invece a Roma vanno fortissimo i peperoni che con il pollo danno vita alla tradizionale ricetta di Ferragosto “Pollo coi peperoni”. Perché a Ferragosto, con i romani, pensavate di cavarvela con un’insalatina?
Un capitolo a parte merita il pane, a cui il romano presta la massima attenzione: perché il pane apre il pasto, crea fantastici panini, e si tuffa nei condimenti per fare la scarpetta (sì, lo sappiamo: non si fa. In pubblico, però!).
In panetteria il romano compra ciriole, rosette, casareccio e l’immancabile pizza bianca nella versione classica o scrocchiarella . Non a caso a Roma ci sono dei locali consacrati proprio ai panini: dar Ciriola, al Pigneto, e Zia Rosetta, a Monti (presto ve ne parleremo).
Sempre in panetteria, se ci si vuole togliere uno sfizio, si prendono dei bei biscottoni da inzuppo per la colazione o le ciambelline al vino. E quanto a panetterie, a Roma, non tremiamo: ce ne sono di speciali e vi consigliamo di non perdervi Panella, La Renella, Roscioli, Bonci (famoso per i supplì e per la pizza)
E la pasta? Naturalmente, nella dispensa del romano doc, ci sono tanti tipi di pasta, ma solo due vi diranno che in quella casa abita un vero romano: bucatini (che anticamente si chiamavano anche abbottapezzenti) e rigatoni.
Il romano, poi, affoga i suoi dispiaceri e il pasto nel vino rosso che in dispensa non deve mancare mai.