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Pasqua ebraica e Pasqua cattolica: usanze, tradizioni e… bambini!

La Pasqua ebraica e la Pasqua cattolica celebrano due storie molto diverse, ma hanno tante tradizioni interessanti che ogni anno si ripetono e coinvolgono anche i bambini. E sono unite da un simbolo di vita: l’uovo!

Tutte le feste, religiose e non, ci fanno pensare a due cose: passarle in famiglia, cosa che in questo momento purtroppo non è possibile, e i ricordi di infanzia.

Sì, perché niente come le feste più importanti dell’anno, Natale, Channukkah, Pasqua, Pesach, ci riportano alla mente ricordi di famiglia, giochi, tradizioni, cose che facevamo con i nonni che magari adesso non ci sono più e quel clima di attesa, impazienza e gioia che solo i bambini sanno provare in quel modo (ed alcuni di noi si riavvicinano a quella magia proprio in quei giorni, qualcosa che fa bene al cuore e mantiene lo spirito giovane).

È quindi ovvio che in tutte queste feste ci siano riti, cibi, ma soprattutto piccole tradizioni riservate ai più piccoli della famiglia.

Le tradizioni della Pasqua Ebraica

Nella Pasqua ebraica la sera prima di Pesach i bambini vengono coinvolti in una singolare Caccia al Tesoro, se vogliamo definirla così, l’Hediqat-chametz: si invitano i bambini a cercare lo chametz ossia il cibo lievitato che, nel periodo della Pasqua Ebraica, è vietato.

Questa piccola caccia al tesoro è molto suggestiva, poiché viene fatta a lume di candela e si dice una Berakah, una benedizione.

La sera di Pesach, invece, da migliaia di anni gli ebrei osservano il Seder che in ebraico significa “ordine” e consiste, appunto, nel mangiare alcune pietanze e recitare alcune preghiere in un ordine ben preciso.

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Ogni pietanza è un simbolo: l’uovo è simbolo di vita, ma anche di lutto per la distruzione del Tempio di Gerusalemme, le erbe amare e il sedano ricordano la vita difficile e il duro lavoro degli ebrei in Egitto, lo zampetto d’agnello è simbolo tipico del sacrificio pasquale (anche se molti ultimamente usano addirittura un disegno) il Charoset, una specie di marmellata dolce di frutta, frutta secca e vino, rappresenta l’argilla con cui gli ebrei costruivano le piramidi in schiavitù e la Matza’, forse il più conosciuto di questi alimenti rituali, ossia il pane azzimo cioè non lievitato in ricordo della fuga frettolosa dall’Egitto che non lasciò agli ebrei il tempo di far lievitare il pane prima di cuocerlo. Il tutto è accompagnato da acqua e aceto e acqua e sale.

Durante la sera di Pasqua si ricordano le 10 piaghe d’Egitto e per ciascuna si versa un po’ di vino, come a mandarle via. Si racconta la storia della fuga degli ebrei dalla schiavitù del Faraone e spetta al più piccolo di casa porre tre domande al più anziano:

– Perché questa sera è differente da tutte le altre sere?

– Perché questa sera mangiamo il pane non lievitato?

– Perché questa sera si mangiano le erbe amare?

E i bambini, in questo modo, possono conoscere il significato di questa festa solenne, ricca di simboli e tradizioni.

Sempre ai bambini spettano preghiere e canti da fare assieme ai nonni – quando possibile – e in particolare due canzoni: “Uno chissà”“Un capretto”. E sempre per la loro gioia, fra i dolci tipici della Pasqua ebraica a Roma si mangiano le pizzarelle con miele e le ciambellette.

“Mangiate con gioia”, si dice poi a tutti i commensali e, dopo che si finita la cena, è usanza dire “Il prossimo anno a Gerusalemme”

Usanze e tradizioni della Pasqua Cattolica

Anche la Pasqua cattolica ha le sue usanze che coinvolgono e meravigliano i bambini, sempre pronti a cogliere e accogliere usi, simboli e soprattutto… dolci nuovi!

Per i cattolici il profumo di Pasqua comincia a sentirsi già durante la Domenica delle Palme, la domenica che precede quella di Pasqua e che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, fra la folla che lo osannava agitando rami d’ulivo per accoglierlo.

Nella Settimana Santa sono altri due i momenti che nella tradizione cattolica, che si mescola in questo caso a quella popolare, preparano alla Pasqua di Resurrezione: i Sepolcri e il Venerdì santo.

I Sepolcri o Germogli di Pasqua in realtà si cominciano a preparare almeno venti giorni prima del Giovedì Santo assieme ai bambini, disponendo in un piatto con dell’ovatta bagnata dei semi di grano che saranno lasciati a germogliare al buio e annaffiati regolarmente.

Le piantine ottenute – con grande gioia dei bambini – serviranno ad allestire gli altari il giovedì santo o potranno essere portati sulle tombe. Per fare i Sepolcri si usa il grano in quanto simbolo di umiltà e povertà.

Il Venerdì Santo, invece, è un giorno triste e solenne poiché si commemora la crocifissione e morte di Gesù Cristo. Famosa in tutto il pianeta la rievocazione della Via Crucis ogni anno offerta dal Vaticano in mondovisione. Ed il tempo il Venerdì Santo è quasi sempre grigio, una cosa che molti nonni fanno notare ai propri nipoti: “Vedì, dopo pranzo il tempo è più brutto, il cielo piange la morte di Nostro Signore Gesù Cristo” è l’osservazione di tante nonne romane.

Come vogliono le Scritture, dopo tre giorni Gesù Cristo resuscitò e tornò in vita lasciando vuoto il suo sepolcro: e allora la mattina di Pasqua una grande colazione apre le danze di una giornata di cibo e di festa che in tutta Italia ha prodotto pietanze gustose e dolci tradizionali.

A Roma, i bambini per colazione trovano sulla loro tavola uova sode, simbolo di rinascita, colorate e decorate, fiorellini rosa, piccoli pulcini decorativi – la vita che rinasce – salame corallina e pizza cresciuta, un dolce estremamente semplice.

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E poi, per pranzo, abbacchio al forno con patate, carciofi alla romana e coratella con i carciofi.

In Sicilia i bambini mangiano Cuddura, un dolce con uova sode e zuccherini colorati, e pecorelle di zucchero, in tante altre parti d’Italia mangiano i Quaresimali, biscottini colorati fatti con farina di mandorle, e, oramai in tutta Italia e non solo a Napoli, tutti adorano la Pastiera, che tutti conoscono nella sua versione col grano ma che, ad esempio a Benevento, si fa con il riso.

E quali usanze si sono scambiati queste due tradizioni: beh, le oramai celebri Pulizie di Pasqua sono in realtà un’usanza ebraica che si è poi estesa un po’ a tutti, perché proprio la primavera è segno di rinascita e per rinascere e ripartire, appunto, è bene fare ordine!

 

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